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CONCORSO VINCI NEW YORK 2012

IL CONCORSO SI E' CONCLUSO.
GRAZIE A TUTTI I PARTECIPANTI CHE HANNO CONTRIBUITO COL LORO MATERIALE SCRITTO, VIDEO, E FOTO. L'ANNUNCIO DEL VINCITORE LO TROVERETE SU QUESTO LINK (CLICCATE QUI).


ECCO DI SEGUITO I RACCONTI PERVENUTICI, CHE HANNO PARTECIPATO AL CONCORSO "SCRIVI, SCATTA E VINCI UNA SETTIMANA A NEW YORK, 2012"


FILIPPO FOLLI - ESTATE 2011














SILVIA SQUARCIA - UN'ESPERIENZA TEXANA


Proprio ora sto vivendo la mia esperienza Americana ed è migliore di come me la potessi immaginare.
Inizialmente non ero molto propensa ad intraprendere l’avventura dell’anno di studio all’estero, ma con l’aiuto della mia famiglia mi sono decisa a partire e a salire sull’aereo.
La mia destinazione?   The Lone Star State!
Sono stata molto fortunata ad andare in Texas dal momento che amo il caldo.
Mano a mano che mi avvicinavo agli USA l’entusiasmo cresceva sempre di più e aggiunto al mio timore di volare, non vedevo l’ora di atterrare!
La mia host family mi ha accolto a braccia aperte e ci siamo diretti subito nella mia American house!
Dopo una settimana dal mio arrivo c’è stato il primo giorno in Summit High School!
Il mio primo pensiero è stato “WOW!!!” e dopo neanche 10 minuti ero alle prese con la mappa della scuola ed ero anche l’unica persona a chiedere indicazioni! Praticamente la scuola è una città.
Per fortuna tutti sono stati molto carini e cordiali, dimostrando stupore e ammirazione dal  momento che sono Italiana (stupore perché mi credevano Irlandese per via dei miei capelli rossi naturali), si sono presentati e una pioggia di domande sono arrivate per la loro curiosità!
Ho fatto molte conoscenze e ogni giorno sono sempre più legata alle persone con cui ho fatto amicizia.
La mia prima sorpresa è stata l’Homecoming Mum! Sorpresa perché non ero a conoscenza di questa particolarità. L’Homecoming Mum viene svolta solo nello stato del Texas e quindi dopo aver comprato il materiale per riprodurre il Mum flower (crisantemo) ho incominciato a confezionare il mio. Ognuno può decidere la grandezza e se metterlo nel braccio, nel petto o addirittura fare un mini Mum e indossarlo nel dito. I colori della mia scuola sono Black, Royal Blue & White e un giorno dell’Homecoming Week si potevano ammirare le diverse creazioni, il fiore gigantesco delle ragazze addobbato con pupazzi, stemmi, strisce con il proprio nome, campanelle e… insomma chi più ne ha, più ne metta nell’Homecoming Mum!
Per esaltarsi e per prepararsi a tifare per l’imminente Football Game, Cheerleader, Sapphire e Football player intrattengono l’intera scuola nella palestra e con l’aiuto della Band, ballano e propongono giochi con sfide tra Freshmen, Sophomores, Juniors and Seniors.
Da brava studentessa e con l’adeguato school spirit sono andata al Football Game dove sono stati eletti Re, Regina, Principe e Principessa dell’Homecoming Dance e ho potuto ammirare la mascotte (GO JAGUARS!). Il fine settimana mi sono divertita all’Homecoming Dance!
Per attenermi alle tradizioni americane ho comprato il Class Ring, un anello dove su un lato è incisa la mascotte della scuola e sull’altro la figura del nuoto, in quanto faccio parte del Varsity Swim Team . Alzandomi presto (troppo presto per le mie abitudini italiane!) vado agli allenamenti alle 6 di mattina fino alle 8 e con i capelli bagnati mi dirigo verso l’autobus che mi porta a scuola.
Per il Thanksgiving la mia host family mi ha portato a Houston dove ho potuto godere la tipica vacanza americana con i loro parenti e per il Black Friday, giornata dove la gente impazzisce per gli incredibili saldi, sono andata al gigantesco mall.
Ho visitato lo stato di Oklahoma e ho potuto vedere il memoriale per il bombardamento che accadde in Oklahoma City nel 1995.
Ho ammirato le stupende luci natalizie in Fort Worth e a Dallas, vedendo con rammarico il luogo dove il Presidente Kennedy fu assassinato.
Sono andata diverse volte a Six Flags e State Fair of Texas, dove sono presenti giochi, rollercoaster ( anch’io ho voluto provare l’emozione di volare e sono stata lassù quasi a toccare le stelle), tutto  puro divertimento.
Ho trascorso serenamente le vacanze di Natale vivendo le abitudini del Texas , divertendomi molto e ho provato una sensazione strana fare fotografie vicino all’albero di Natale con  abbigliamento primaverile quasi estivo.
Tra tutte queste novità non ho realizzato che ormai sono a metà della mia avventura, che mi sta aiutando a crescere personalmente.
Spero che continui ad essere tutto fantastico e che il mio anno qui  in America termini nel migliore dei modi! Sono consapevole che la lingua americana è necessaria per il mio futuro e per questo mi sto sforzando di parlare il più possibile e a migliorare ogni giorno!
A big hug to y’all!
Silvia Squarcia





MAURIZIO ZUFFI - VI RACCONTO L'AMERICA...



Death Valley, NV

La prima volta fu New York, ma quella non conta, perché come mi disse un vecchio amico che negli anni settanta  andava spesso dall’altra parte dell’oceano,  la vera America è in mezzo, dalle parti di Wichita in Kansas oppure più a nord , tra Boston, Chicago e Detroit o più a sud tra Baton Rouge e il Mississippi. La seconda volta gli detti retta e la attraversai da ovest ad est. Allora, era l’alba del 1990,  mi intrigava Kerouac e l’idea di trovarmi on the road a ripercorrere le orme di Sal Paradise compensava la paura di dover affrontare un paese immenso e sconosciuto.


Oahu, HI
 A Venice, seduto su una delle panchine dell’ocean front walk, mentre il sole stava già per immergersi,  buttai giù il programma di viaggio. Scrissi il nome dei posti che avrei voluto vedere. Poi, dopo aver acquistato una mappa degli stati uniti  ne cancellai la metà e poi ancora una decina. Avevo a disposizione un mese, non tutta la vita.

La  seventy miles drive è una strada che lambisce il Pacifico. Diciassette miglia da Pacific Grove a Peabble Beach. Quando lasci Monterey può succedere di avere un groppo in gola. Se hai letto Tortilla Flat è come se il fantasma di Steinbeck ti avesse seguito per tutta la Cannery Row. A Carmel ti fermi perché tutti sanno che ha avuto un sindaco famoso. E nei negozi del centro trovi ancora qualche memorabilia di Clint Eastwood. A Peabble se conosci un miliardario socio del Golf Course entri nel green e ti diverti a mettere qualche palla in buca o a mandarla direttamente nell’oceano.

Oahu, HI

La California è uno stato…mentale. Ti abitui in fretta e non ne puoi più fare a meno. A San Diego ci vai da turista e ti ritrovi in un’agenzia immobiliare. Quanto costerà quella casa a La Jolla?  Dalla terrazza puoi trascorrere ore a guardare le foche che raggiungono la spiaggetta sotto il  Coast Boulevard.  Solo trecentomila dollari?  Ok, la compro.

Non è andata così, ma la tentazione è stata forte.

Studiavo la lingua sugli scogli di Coronado, dove Marylin, Tony e Jack avevano girato “some like it hot. L’angloamericano sembra più “easy” se lo immagini uscire dalle labbra di Norma Jeane Baker.

La Jolla, CA

Cosa centra Los Angeles con New Orleans?  Assolutamente niente. Lo pensai subito quando arrivai in Louisiana. A dire il vero pensai la stessa cosa una settimana dopo a Denver in Colorado. Anche due anni fa a Ohau ebbi lo stesso pensiero. Deve essere proprio vero che prima di essere stati uniti dovevano essere…stati divisi.

Las Vegas, NV

New Orleans non aveva ancora subito lo sfregio di Katrina. Appena fuori dalla downtown e lontano dalle catapecchie della periferia il french quarter sembra il fondale di un vecchio film con James Cagney. Le case di mattoni rossi hanno i balconcini in ferro battuto. In Bourbon street esce musica jazz da ogni locale. Se la vuoi assaporare entri per guardare in faccia quegli orchestrali, tutti neri, tutti bravissimi. E intanto spazzi dal piatto  la profumata Jambalaya di pollo che il cameriere ti propone  dopo averti servito il gumbo, zuppa di crostacei e molluschi tanto pepati che ti devi ubriacare per spegnere l’arsura.
Quando lasci l’America la sensazione è identica. Sei cosciente che quel grande Paese ha tanti problemi. Il turista non deve affrontarli.  Lo studente ne sfiora alcuni. Hai  il privilegio di vedere soprattutto il bello. Lo spettacolo senza il dietro le quinte. Ma quando l’aereo sorvola quelle sterminate pianure per riportarti a casa è come se la forza di quel melting pot che bolle laggiù, di quella natura selvaggia che ha modellato i canyon, ti serrasse le fauci. Fai un respiro profondo. L’America come quel piatto speziato ti sta bruciando dentro.



STEFANIA SQUARCIA - HIGH SCHOOL YEAR IN MICHIGAN



Sono passati cinque anni dalla mia esperienza come exchange student negli USA e ora, che anche mia sorella Silvia sta vivendo la mia stessa avventura in Texas, i suoi racconti e le sue esperienze fanno riaffiorare in me tutti i ricordi dell’anno trascorso in Michigan.
Mi ricordo il giorno della partenza, all’aeroporto con le mie due valigie pesantissime il mio cuore era ricco di emozioni: l’entusiasmo di intraprendere un anno all’estero, la tristezza nel salutare la mia famiglia e l’attesa per il lungo volo che mi avrebbe portato a realizzare il mio sogno. Al mio arrivo negli Stati Uniti ho incontrato la mia host family che accogliendomi con sorrisi ed entusiasmo mi ha fatto sentire da subito un membro della loro famiglia.
Mi ricordo la High School americana: i lockers; le corse tra i corridoi nelle pause per cambiare classe; il Football Game dove le Cheerleaders e la Marching Band incitavano il team alla vittoria; l’Homecoming Dance a inizio anno e il Prom a maggio con i lunghi vestiti eleganti e l’elezione del Re e della Regina della scuola; i pranzi nella Cafeteria della High School con i panini al peanut butter.


Mi ricordo i festeggiamenti per Halloween quando per la prima volta ho potuto fare pumpkin carving sulla mia zucca e ho fatto il giro del vicinato per chiedere trick or treat riempendo di dolcetti la fodera di un cuscino.
Inoltre ricordo i viaggi che ho fatto negli USA durante il mio anno all’estero.
Con il gruppo degli exchange students di tutto il mondo sono andata a Chicago dove dall’alto dei grattacieli ho potuto ammirare una vista fantastica; con la mia host family sono andata in Tennessee, dove le persone girano per strada con stivali e cappelli da cowboy e in Minnesota dove ho fatto shopping nel Mall of America, il più grande centro commerciale degli USA.
Durante Spring Break sono andata con una mia amica americana e la sua famiglia a Disneyworld, in Florida dove si respira un’aria veramente magica.
Con la mia classe di Inglese sono andata in gita scolastica a Boston dove abbiamo visitato Plymouth Plantation che riproduce l’arrivo degli inglesi in America e Harvard dove ho toccato il piede della statua del fondatore come portafortuna per i miei studi.
Nel trimestre invernale ho fatto parte dello swim team del quale ricordo gli allenamenti alle 6 della mattina prima di scuola e le gare nei weekend, mentre nell’ultimo trimestre ho fatto parte del golf team con lunghe partite nei campi a contatto con la natura. Far parte dei team della scuola mi ha permesso di instaurare molte amicizie con ragazzi e ragazze americane.
Ricordo il freddo del Michigan con la neve fino alle ginocchia, le gite al Lake Michigan e i lunghi pomeriggi con le amiche a fare shopping al mall.
Ricordo la graduation quando ho indossato la toga rossa ed al termine della cerimonia tutti i seniors hanno lanciato i cappelli in aria. Che emozione ricevere il diploma americano!
Sono maturata a livello personale, ho conosciuto molte persone con cui ancora oggi sono in contatto, ho migliorato la mia conoscenza dell’inglese che si è già rivelato utile in moltissime situazioni e chissà quante ne avrò in futuro e soprattutto ho appreso la cultura e gli stili di vita americani che fino a quel momento ammiravo solo nei film. Ogni momento della mia esperienza è stato unico e penso che ricorderò il mio anno in Michigan per sempre J
Un grazie speciale alla mia famiglia e alla Dott.ssa Bugané di STI Travels che hanno reso possibile questa magnifica esperienza.


ALESSANDRO CORRADINI - HIGH SCHOOL YEAR IN MERCED, CALIFORNIA



Questo è il discorso che ho fatto durante la cerimonia del diploma e credo

che nient'altro possa riassumere in modo migliore la mia esperienza negli

stati uniti.




"Good evening fellow students, teachers, friends, and parents. My name isAlessandro Corradini, better known as Totti or Italy. I am a foreign

exchange student from Italy. Tonight, I am sad but yet most delightful. I

am sad because my parents are not here to see me graduate but thrilled to

be in your presence. Tonight I stand here not just as a foreign exchange
student or a non-citizen of the United State but as a proud student. I
want to give this speech tonight for many reasons.
First and foremost, I want to thank everybody at Merced High for welcoming
me and the other exchange students to this awesome school. You have made
us feel like we are destined to be here even thogh my first day was a
nightmare. I still remember how confused I was. I walked into my first
period class 20 minutes late because I couldn't find the room number.
Besides being late when I got to my class, everybody looked at me like I
was an alien and laughed. I still think it was because of my bright yellow
shorts but perhaps it was when I mimic Mr. Paskee's hands motion for
telling me to sit down since I didn't understand English well then . I was
so emarassed and sitting for 20 minutes felt like I lifetime. Fortunately,
my nightmare didn't last long. The very first week of school , I tried out
for the varsity soccer team and made and made it without much effort
because soccer is a second nature for me. After joining the soccer team, I
still have problem communicating and connecting with other studens but
eventually made friends with all soccer players and especially with
Hadrien. Hadrien is also an exchange student from belgium. We have many
thing in common so we quickly helped each other to adjust to this new and
exciting lifestyle. We partecipated in noon and after school activities by
going to sports games and dances. We showed our "bear pride" just like the
rest of the students. Most time we were the craziest, me with my different
hair styles and colors for every event, and Hadrien eith his enthusiasm.
But we both love being at Merced High.
Second I want to thank everybody who has made my experience here at Merced
High and America unforgettable. All my friends and family in Italy used to
ask me " Are you in L.A., San Diego, or San Francisco?" and I respond "No,
I am in Merced." My friends would say "Merced..ma dove caspita è?" Most of
you probably didn't understand that it means "Merced..where the heck is
that?" and I would respond I don't know but its not like the California
you see on TV. To be honest, I was disappointed too but not for long.
Weeks went by and I care less about those hot and sexy places I fell in
love with the people of Merced.
Last but not least, I want to thank my host family for all that they have
done forme. You have made my experience here in America and Merced High
extra special. Without your generosity and love, I would not have had this
good of time here. Thank you and know that I appreciate you very much.
Again, I want to thank all of you who had made my experience here at
Merced High magnificent. In a couple of day when I leave America for Home,
I will remember and miss this moment of my life forever. I will never
forget your hospitality and knoledge. I just hope that someday I will have
the chance to repay you. Grazie per avermi ascoltato stasera e buona notte
a tutti, or in your language thanks for listening to me and good night
everybody."







FRANCESCO GHIRARDELLI - DESIO (MI)


Il minuto seguente la mia prova orale di maturità, nell'estate del 2007,
la prima cosa a cui pensai fu: "E adesso la California...." Già, non era
più tempo di studio, quello poteva aspettare almeno un anno. In quel
periodo "I just wanted to experience, to experience LIFE". E quale posto
migliore della Golden Coast avrebbe potuto soddisfare la mia voglia di
scoprire un nuovo mondo, un diverso stile di vita, una cultura differente
dalla nostra? Provare a spiegare alla mia famiglia ciò che avrei voluto
fare non fu facilissimo; le preoccupazioni di una mamma che lascia andare il suo "bambino" diciannovenne da solo oltreoceano sono comprensibili,
però ho la fortuna di avere genitori molto comprensivi che, quando videro i
miei occhi luccicare al solo pensiero di ciò che avrei vissuto,
appoggiarono il mio progetto. Il periodo settembre/dicembre lo dedicai al
duro lavoro che mi fece tirare su quattro soldi, giusto per non sentirmi
troppo in colpa per il fatto che ogni spesa per quell'esperienza sarebbe
stata a carico dei miei genitori, e all'organizzazione di tutto il
viaggio: meta, scuola, periodo di permanenza, visto, ecc...Grazie all'aiuto
dell'agenzia STITRAVELS, in particolare della signora Bianca, decisi che
San Diego era la città che avrebbe fatto per me, nonostante io inizialmente
fossi più propenso ad andare a Los Angeles o Santa Barbara. Inizialmente
prenotai per un soggiorno di 3 mesi che poi divennero 4 perché mai avrei
voluto lasciare ciò che mi costruii in quel luogo straordinario. Tra ansie
di vario tipo, il 6 Gennaio 2008, giorno della partenza, finalmente
arrivò. L'impatto che ebbi i primi giorni a San Diego non fu però
positivo. O meglio, non fu positivo in quel momento, ma se ci
ripenso, quelle situazioni non facili sono state una prova molto utile per
me e la mia crescita. Ma andiamo con ordine. Al baggage claim dovetti
aspettare inutilmente per un'ora per poi realizzare che la mia valigia era
dispersa non si sa bene dove. Provare a denunciare il fatto fu un'impresa,
dato il mio inglese maccheronico, e ancora più difficile fu cercare di
comprendere l'inglese molto yankee della signorina a cui provavo a spiegare
che senza quella valigia sarei stato perso più di quanto già fossi (per la
cronaca, la valigia mi arrivò 5 giorni dopo).Uscito dall'aeroporto venni
travolto da un vento gelido e una pioggerellina  molto più british che
californiana, e il mio primo pensiero fu: "Chi me l'ha fatto
fare!!". Arrivato al Vantaggio Suites, il mio residence/dormitorio, con
solo un bagaglio a mano appresso, provai inutilmente a chiedere come
chiamare in Italia, dato che il mio cellulare non funzionava negli States.
Non capii nulla di ciò che il ragazzo alla reception mi disse, quindi
decisi di andare a letto e avvisare casa il giorno successivo. Mia madre
rimase per 48 ore senza mie notizie, e oso solo immaginare la sua
preoccupazione: probabilmente aveva già contattato l'ambasciata italiana a
Los Angeles. Tutto ciò che segue questo racconto sono solo cose positive. La
prima volta che misi piede nel campus della UCSD rimasi ammaliato dalla
grandezza e dalla bellezza del luogo. Un'università immersa nel verde, con
strutture all'avanguardia, che si tratti di centri di ricerca o centri di
studio o centri sportivi, dove ragazzi e ragazze si spostano da un
padiglione all'altro in skateboard e dove tutti sono pronti a darti una
mano in caso di bisogno. Per quanto riguarda la città non saprei quale sia
il miglior modo per definirla; azzarderei un "il paradiso in terra". Sole,
spiagge, oceano, surf, sicurezza, gente cordiale, territorio vasto ma non
troppo. Una delle cose che più mi colpì fu lo stile di vita dei cittadini
di San Diego i quali "they take everything easy", senza stress!!
Splendido!! Quell'esperienza mi fece crescere molto sotto tutti gli
aspetti, la consiglierei a chiunque. Conobbi persone straordinarie con le
quali sono tutt'ora in contatto e grazie alle quali scoprii culture e modi
di vivere diversi; ebbi anche la possibilità di visitare città e luoghi
stupendi come San Francisco, Los Angeles, Santa Barbara, Las Vegas, il
Grand Canyon, la Death Valley....; e in più migliorai molto il mio
inglese!! Sembra banale, ma da quando lasciai la California c'è come un
senso di incompletezza dentro di me, che può essere colmato
soltanto tornando in quel posto meraviglioso. Spero che un giorno non
troppo lontano questo mio desiderio si possa avverare.

Francesco Ghirardelli







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